La Passione Vivente racchiude in alcuni momenti salienti i giorni cruciali -in tutti i sensi-attorno a cui ruota il tempo e la storia. Nel tempo e nella storia conserva intatto il suo fascino.Le Laude di Jacopone da Todi con il loro struggente grido: «Donna de Paradiso, lo tuo Figliolo è priso, Jesu Cristo beato…» segnano la traccia e i dialoghi attorno a cui, reinterpretatidalle pagine del vangelo, prendono corpo e figura i vari personaggi del triduo pasquale,mentre si sviluppa il dramma dell’Uomo della Croce e si prepara la notte che un antico inno pasquale canta come notte in cui «Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello…».A Monteroni la Passione vivente è un appuntamento abbastanza consolidato nel tempo, interrotto solo dall’emergenza pandemica.
Così anche quest’anno il Coro Parrocchiale degli adulti si è cimentato nella nobile arte teatrale, arricchita e completata dai canti inun clima di emozione che, anche senza forzare, invita alla preghiera.La sera della Domenica delle Palme,alle ore 20:30, nella Chiesa del Sacro Cuore, sempre a Monteroni, 35 figuranti si alternano e si succedono nel raccontare la storia degli ultimi momenti prima del compimento della missione per cui il Cristo è sceso in terra.La Cena Pasquale, l’ultima di Gesù con i dodici, Giuda tradisce, Pietro rinnega, Giacomo e Giovanni stanchie assonnati nel Getsemani,sotto la Crocela Maddalena,poisarà anche la prima a riconoscere, tra le lacrime, il Risorto.Ad essi si aggiungono Claudia e il Centurione Romano. Ad alcune donne il compito di interpretare lefigure angeliche, per un annuncio che valica i confini dell’umano.Al giovane Gioele Agrimi il compito di gestire l’aspetto tecnologico, con l’audio adatto a sostenere i dialoghi e le luce alternate e soffuse per favorire non solo lo sviluppo del momento recitativo, ma anche per coinvolgere i presenti nei passaggi e nei momenti salienti attraverso la luce e il buio e le tecniche di chiaroscuro, così che essi stessi potranno sentirsi parte in causa, in un abbraccio ideale che raggiunga idealmente ciascuno con la sua storia e la sua croce.
Potrà forse sembrare meno faticoso levare al cielo una preghiera o affidare l’emozione più profonda a una lacrima, segno indicativo e significativo nel silenzio dell’ascolto.La regia è affidata a Caterina Civino, già autrice di altre opere simili.Così si esprime: «Quante volte ci siamo chiesti: Dio, cosa vuoi da me? Una è la risposta, più semplice di quanto noi crediamo: VIVERE ogni giorno come un dono, accettare i dolori, accogliere le gioie, camminare insieme ai nostri fratelli, amare sempre. Vivere qui ed ora. “Da questo riconosceranno che site miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri”.La fede non è un insieme di regole vuote da seguire pedissequamente, la fede è lavita di tutti i giorni, è in una madre che cresce i propri figli, è nei giovani che inseguono i loro sogni, è negli anziani che amano la vita. La fede siamo noi e noi siamo di Dio, uniti, fratelli e sorelle».
Riecheggiano le parole di alcuni canti che accompagnano la liturgia, perché essa ha senso solo se è espressione di vita.Appuntamento allora alle 20:30, nella Chiesa del Sacro Cuore a Monteroni, per vivere insieme un momento di riflessione e di raccoglimento e aprire al meglio la Settimana Santa