Ogni uomo nella propria vita tende alla ricerca della felicità. Quante volte, anche senza rendercene conto, alziamo gli occhi al cielo. È la nostra sete di infinito, la nostra ricerca di un bene superiore. La ricerca di un amore che ci accolga, ci abbracci e non ci faccia sentire soli. Un amore che ci tolga quel senso di imperfezione e inadeguatezza che la nostra natura umana ci porta a sentire.
Sia che siamo cattolici, che siamo protestanti, che siamo buddisti o non crediamo, l’aspirazione massima della nostra vita è la felicità. Ognuno di noi è in continua ricerca di quello che è lo scopo della vita. In una parola: Amore. Tutto il senso della vita è l’Amore.
Giovanni Paolo II rivolgendosi ai giovani a Tor Vergata al Giubileo del 2000 disse: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
Ma quante volte ci siamo chiesti: Dio, cosa vuoi da me? Una è la risposta, più semplice di quanto noi crediamo: VIVERE ogni giorno come un dono, accettare i dolori, accogliere le gioie, camminare insieme ai nostri fratelli, amare sempre. Vivere qui ed ora. “Da questo riconosceranno che site miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri”.
La fede non è un insieme di regole vuote da seguire pedissequamente, la fede è la vita di tutti i giorni, è in una madre che cresce i propri figli, è nei giovani che inseguono i loro sogni, è negli anziani che amano la vita. La fede siamo noi e noi siamo di Dio, uniti, fratelli e sorelle.
La rappresentazione di questa sera vuole essere un momento di riflessione e di raccoglimento prima di iniziare la Settimana Santa. Non una semplice sceneggiatura di un fatto storico, ma un memoriale che ci ricorda quanto Dio ha amato il mondo tanto da sacrificare il Suo Figlio Unigenito.
E uniti, questa sera, offriamo a Dio il nostro cuore, sgombriamo la mente dai nostri affanni, perché Dio è nei nostri fratelli, il cielo è dentro di noi, se vivremo così, con amore, lasceremo una scia di luce.