8 marzo: Grazie alle donne e auguri agli uomini

Un cambiamento di prospettiva può servire a capovolgere ciò che sembra evidentemente vero ma sembra solamente. Da un cambio di punto d’osservazione, l’intuito di Galileo ha portato a una svolta epocale. Comprendere la realtà vuol dire essere attenti, saperla leggere dall’interno.

L’8 marzo è la Giornata Internazionale  della Donna. Ma non si può festeggiare senza avere memoria. La memoria porta svolte significative, nel presente e nel futuro. Oggi diciamo:« Auguri!» a voi donne, ma noi uomini dovremmo dire: «Grazie!». Per le vostre capacità, l’intuito, l’intelligenza, la sensibilità, la forza, la tenacia, lo spirito di sacrificio… il genio femminile! Abbiamo ancora tanta strada da percorrere per arrivare finalmente a cogliere tanta interiore abbondanza di doni. Serve educazione, per guardare il mondo dalla prospettiva di una donna, per comprendere la poliedrica ricchezza che ha ricevuto e dona allo stesso tempo.

“Gli uomini sono figli delle donne, ma non sono come noi…” canta, con struggente consapevolezza, Mia Martini. Un maschilista, il più delle volte non ammette di esserlo, può accadere che nemmeno si renda conto di esserlo, convinto com’è di essere a posto. Si può ironizzare e sorridere sui pregi e difetti di genere, certo, ma accogliere i doni che una donna porta in sé, significa non solo riconoscere la sua dignità, ma anche ritrovare la propria e migliorare sé stesso. I luoghi comuni sul tema, i pregiudizi, le disparità di condizione lavorativa e non solo, sono il triste riscontro di una mentalità tanto sbagliata quanto consolidata. Anche nel ventunesimo secolo, siamo capaci di altre conquiste, non ancora di questa, più attesa e necessaria. Le notizie di cronaca portano drammaticamente alla luce la possessività maschile, che tracima in violenza. E non sono che una parte di un disagio molto più ampio e diffuso.

Una donna sa che l’8 marzo si può coniugare, perché tante volte “lotta” per aver riconosciute le proprie qualità e caratteristiche. E questo la rende più forte di quanto non si creda. Ma smuovere un uomo dalla tendenza a dare tutto per scontato, verso una donna, vuol dire percorrere la strada del cambiamento, che pure tante e tanti prima di noi hanno intrapreso. Educare a valorizzare ciò che, troppo spesso ancora, si tende a sminuire, vuol dire restituire fiducia. Prima di tutto fiducia in sé stessi. Ascoltare e accogliere favorisce una conoscenza più profonda e rinsalda i legami. Così il rispetto , fondamento di ogni rapporto umano, non sarà un modo di dire ma un modo di essere.

Noi uomini, attraverso un cammino di “conversione” nei confronti delle donne ci ritroviamo capaci di esprimere la ricchezza dell’essere usciti dalle mani di Dio a sua immagine e somiglianza, non prigionieri della banalità, ma disposti a “gareggiare nello stimarci a vicenda”.

Ogni persona è unica, con tutti i suoi limiti. Quando essi generano paure e senso di insicurezza, ci si chiude in una falsa presunzione di superiorità. Quando si tende la mano, si intrecciano le relazioni, ci si arricchisce in umanità.

Se possiamo proseguire in questa vera e propria novità di vita è perché tante donne non si sono rassegnate e perché alcuni uomini, riconoscendone la forza d’animo, hanno avuto il coraggio di cambiare prospettiva. La strada è ancora lunga, camminiamo senza rassegnarci, per il tratto che ci è dato di percorrere in questa vita, per contribuire a una vita davvero nuova.

Allora “Grazie” a voi, donne, preziose nella diversità e peculiarità del vostro essere.

Auguri a noi, uomini, perché nulla sia scontato.

 

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