Alcuni momenti, apparentemente casuali, manifestano nel tempo il rivelarsi del disegno provvidenziale di Dio, attraverso itinerari e percorsi, che si intrecciano come fili di un ricamo. Un incrocio di destini in una strana storia: una storia che parla di fragilità e di vita e si trasfigura nella metafora della vita e della felicità, per mezzo di ago e filo e un foglio di carta che racconta a sua volta una storia, anch’essa trasfigurata.

L’ispirazione arriva In Finibus Terrae, a sud del Sud pugliese, ad Alessano, nei luoghi e nel nome di don Tonino Bello, lì dove uno spazio circolare, richiamo artistico all’Eucarestia, pensato per favorire l’accoglienza e l’incontro, accoglie chi va a trovare don Tonino, alla ricerca di uno spazio di vita. Qualcuno vi si reca per ringraziare del dono della vita, ferita da un lutto inspiegabile, minacciata da un male incurabile, qualcuno ancora, con la zavorra di un dolore simile, per cercare una strada che riporti alla vita, qualcuno anche semplicemente per esprimerla gioiosamente, in tutta la sua delicata fragilità, come le persone con disabilità o i bambini che si preparano a ricevere la Prima Comunione e si crea piuttosto facilmente un clima di familiarità. Allora non è difficile poter immaginare che quello spazio circolare si allarghi nell’accoglienza di un abbraccio e raggiunga poi una chiesa leggermente più a nord in terra salentina, poi di là altre storie, che durante la festa raccontano altro dolore e paura… ma di fronte a un bambino e a dei genitori indomiti nella lotta per la vita, il ghiaccio del cuore inizia a sciogliersi e…il viaggio continua! Si sposta fino a Molfetta e a Terlizzi colorandosi dell’armonia della danza. Nelle terre dove don Tonino ha segnato, attraverso la sua missione, la vita di tanta gente, indicando la via della Pace, cantando con cadenze poetiche la lode di Dio e la concretezza della vita. Elevando un prosaico grembiule, in salentino una “mappina”, a regina dei paramenti sacri. Invocando “un’ala di riserva” per essere accanto al fratello rimasto con la sua inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine…

Quando il dolore bussa forte e il peso ne diviene insopportabile, a un certo punto si arriva al bivio: o si sceglie di vivere e di risalire, o di cedere alla disperazione e di lasciarsi cadere giù. È questa, più propriamente, la Tentazione da cui, nella preghiera del Padre nostro, chiediamo di essere liberati (letteralmente “non lasciare che siamo trascinati giù” dalla tentazione).

Da soli non si cammina più…e siamo al secondo appuntamento.

Un passo, tratto sempre da una preghiera di don Tonino, rappresenta la sintesi di una sollecitazione. Mediante una serie di testimonianze, si raccontano il passaggio dalla rabbia alla fede, attraverso le lacrime; dall’accoglienza della fragilità, al sogno di sostenere altre vite segnate dal dolore e dalla solitudine. Un sogno accompagnato dall’empatia, dall’arte, dal sentir proprio e condiviso il dolore altrui, vincendo l’indifferenza, sollevandolo con il silenzio della preghiera e con la tenacia delicata della voce, perché altri tornino a sperare, con un sorriso donato a un’ammalata, quando personalmente si avrebbero tutte le ragioni per piangere, attraverso il coraggio di vivere e sperare, di amare, superando il guscio illusorio che talvolta ci avvolge e lasciandosi inebriare e sorprendere da un profumo delicato o da un raggio di luce che spunta attraverso le nuvole in fuga.

Una serie di esperienze e di storie espresse in musica e veicolate, oltre le parole, con passi di danza, da ragazze che hanno reso la danza una scelta di vita, nel duplice senso: prima personale e poi di invito e incoraggiamento ad accogliere la vita. Oltre le parole, lì dove la meraviglia cede il passo alla preghiera e diviene dialogo profondo e vita offerta in dono.

Nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà, Dio Padre scrive il nome di ogni suo figlio sul palmo della Sua mano.

È una storia di bellezza che supera i confini di un testo. Se volete saperne di più, venite, siete invitati a Monteroni, presso la chiesa del Sacro Cuore alle 19:30 di sabato 28 ottobre. Sarà presente insieme con noi il nostro Vescovo, Michele.

Se poi vi incuriosisce l’idea di un particolare modo di ricamare e soprattutto di un sogno tenace che vuol essere realizzato, del fine ultimo che ci muove, lasciatevi a vostra volta sollecitare dalle pagine del sito www.felicitadicarta.it.

Vi aspettiamo

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