Pane e vino ti offriamo Signore, ma il dono più prezioso è il cibo di vita terna che tu hai dato a noi
Questo ritornello di un canto della liturgia al momento dell’offertorio è stata l’ispirazione per la realizzazione dell’Altare della Reposizione nella nostra chiesa parrocchiale in quest’anno 2024.
Noi offriamo ogni giorno al Signore il frutto del lavoro e della fatica quotidiana.
Il pane: dalla spiga di grano macinata, la farina è impastata con acqua, dopo essere stato impastato, lievitato e poi messo nel forno e cotto, il pane emana profumo che dona gioia, nutre e ristora le membra.
Il vino: l’uva pigiata nei tini emana anch’essa il suo profumo e quando il mosto arriva a giusta fermentazione, il succo dell’uva è pronto per essere distribuito nella convivialità della tavola, dona gioia e allegria nel cuore dei commensali.
Quel pane e quel vino portati all’altare, con l’effusione dello Spirito diventano il Corpo e il Sangue che ci dona la Vita eterna, dà forza e vigore allo spirito, dà pace duratura, amore e rinnova la vita della comunità.
Nel silenzio, che rimanda allo spazio del Getsemani, si leva l’invocazione e la preghiera di tutto un popolo. Il suo anelito di pace supera i confini dei nostri recinti, per raggiungere le terre in cui Cristo ha consumato il suo sacrificio vespertino. Assieme alle terre martoriate dalla guerra nel continente africano e nei tanti sud del mondo per cui Papa Francesco non cessa di tenere viva l’attenzione e di chiedere il dono della preghiera.
Guida Signore i nostri passi sulla via della pace.
Pace che scende d’alto, ed entra nel cuore, ma è anche frutto del cammino e dell’impegno di quanti sanno agire, operare per essa.