A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, il paese di Monteroni conosce una certa espansione demografica e urbanistica. Molte zone, originariamente rurali, offrono la possibilità di edificare nuove case, per accogliere le giovani famiglie che si vanno formando. Si espandono in varie direzioni le periferie: il centro cittadino, pur conservando la sua peculiarità di luogo di incontro per la vita del paese, inizia lentamente ma progressivamente a decentrarsi. Di fronte alle esigenze di un territorio sempre più ampio, don Carmelo Martino raccoglie la sfida della periferia, dando vita alla Parrocchia dell’Ausiliatrice, nella zona denominata “li Spierti”. In quegli anni il Concilio Vaticano II canalizza il desiderio di rinnovamento della Chiesa, e la figura di S. Giovanni Bosco, a cui d. Antonio Giancane junior intitolerà l’Oratorio, è il segno della crescente attenzione verso i più giovani, come segno concreto di rinnovamento

Subito dopo, don Edmondo Adamantino, da giovane prete, inizia a svolgere il suo ministero pastorale nel quartiere detto “delle Anime”, a ridosso della zona che prende il nome dalla Masseria Palmieri. Mentre alle villette di campagna continuano ad affiancarsi le case si giovani famiglie, don Edmondo, accogliendo l’invito del Vescovo S.E. Mons. Francesco Minerva, sollecita la spiritualità e propone il culto, trovando accoglienza, in un primo momento presso alcune famiglie che offrono gli spazi di casa per la celebrazione della messa. Un garage, appena un po’ più capiente sarà la prima cellula, la fase germinale di una nuova comunità parrocchiale, appena avviata nella sua formazione. Secondo lo stile e il metodo del Vescovo, mons. Minerva, in attesa di costruire la chiesa vera e propria, dal 1963 l’attività pastorale ha un suo riferimento, un centro religioso che potesse soddisfare le esigenze spirituali delle circa 2000 persone dell’esteso quartiere, lontano dalle altre chiese parrocchiali esistenti. Cominciano a formarsi i gruppi di catechismo, e a svolgersi le varie attività di devozione e di aggregazione.

Fu così eretta Vicaria autonoma del Sacro Cuore di Gesù, il 25 dicembre 1973. Al 1974 risalgono anche i primi registri custoditi nell’Archivio Parrocchiale. Elevata a Parrocchia il 17 dicembre 1980, e inaugurata il giorno della consacrazione della chiesa il 22 febbraio 1981. Così recita la lapide commemorativa:

 

“QUESTO TEMPIO ERETTO
IN ONORE DEL CUOR DI GESÙ
SUL SUOLO DONATO
DALLA N.D. FALCO CLARA IN DE PACE
CON BENI LASCIATI DA MONS. ORONZO POLITI
E COL CONTRIBUTO DEL POPOLO DI MONTERONI
COLLABORANDO UN SOLERTE COMITATO
S.E. MONS. FRANCESCO MINERVA
ARCIVESCOVO METROPOLITA DI LECCE
ISPIRATORE E SOSTENITORE DI TANTA OPERA
SOLENNEMENTE CONSACRAVA
IL 22 FEBBRAIO 1981
PARROCO D. EDMONDO ADAMANTINO
PROGETTISTA E DIRETTORE L’ING. GIOVANNI PATI
IMPRESA COSTRUTTRICE MANCA COSIMO

Sarà l’ultima Chiesa consacrata da Mons. Minerva, di cui porta lo stemma episcopale, sempre in linea con lo stile del Vescovo, unico tuttavia a raffigurare le insegne di Metropolita del Salento.

Dalla pianta regolare, a croce latina, presenta un’unica navata. È lunga complessivamente m. 30,24; la navata centrale inizia con una larghezza di m. 8,47, per ampliarsi verso il presbiterio sino a m. 10,23. La struttura si presenta con una facciata molto sobria che evidenzia una copertura a falde inclinate. Il portale di ingresso, di tipo rettilineo, è coperto da pensilina, anch’essa a falde inclinate e sorretta da esili colonne. Ai lati due portalini.

Vi è conservata un’antica statua dell’Immacolata, alta m. 1,63, opera in cartapesta del Sacquegna. Con essa una statua di dimensioni simili, raffigurante S. Rita da Cascia, testimonia la devozione molto viva verso la Santa, fin dall’avvio delle attività di culto, festeggiata anche con una processione e l’allestimento di alcune luminarie sulla via in cui sorge la Chiesa. Una terza statua, raffigurante il Cristo Crocifisso, donata in occasione della ricorrenza del centenario del Miracolo del colera, originariamente collocato in Chiesa, si trova ora a ridosso dell’ufficio parrocchiale.

Don Edmondo svolgerà il suo ministero sino all’estate del 1990. Nell’autunno dello stesso anno gli succederà don Arcangelo Giordano, originario di Trepuzzi. Uomo gioviale, ricco di esperienza, maturata nella diocesi di Albano Laziale, ordinato e metodico darà un significativo apporto e rinnovato slancio alla formazione di gruppi e al coinvolgimento sempre più ampio delle famiglie alla vita della comunità. Dopo un periodo breve ma intenso, nel 1992 gli succederà don Luciano Forcignanò, nativo di S. Cesario. Nel suo decennale servizio sarà varcata la soglia ideale e simbolica del nuovo millennio e s proseguirà nei lavori di ampliamento della sacrestia e nel contempo della costruzione dell’ufficio parrocchiale e di uno spazio in cui poter conservare oggetti vari utili a seconda dei vari eventi e momenti di vita della comunità.

Nell’ottobre del 1995 don Edmondo, colpito da infarto nella tappa della salita al Monte Sinai, durante il pellegrinaggio in Terra Santa, conclude la sua esistenza terrena.

Don Luigi Lezzi assume l’incarico di parroco nel 2002, ampliando ulteriormente il raggio dell’azione pastorale, il coinvolgimento di persone e famiglie, riunite in gruppi e dando nuovo slancio alla presenza giovanile in parrocchia. Una prova

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