Riprendiamo le nostre riflessioni con il contributo di Annalisa Perrone. Un commento al femminile per cogliere alcuni aspetti, in modo breve e intenso. Spunti semplici e diretti per passare da una fede presunta e presuntuosa a una fede capace di “vedere”, capace di un incontro autentico con la persona di Gesù.

Ed accadde che un uomo cieco dalla nascita vide. Come poteva, gli chiesero se fino a quel tempo avesse mentito , poi disse: «Quell’uomo di nome Gesù mi ha guarito». Fino ad allora tutti lo giudicavano pensando che fossero stati i peccati dei suoi genitori a farlo nascere così. Eppure quell’uomo cieco dalla nascita aveva visto il figlio di Dio e in lui aveva creduto. Perché si doveva compiere il progetto. Ogni volta che ci accade qualcosa che debilita il nostro corpo, dei nostri figli non facciamo altro che dire:quali peccati ho compiuto per meritarmi questo. Non si vedono i segni di quel progetto, eppure quell’uomo venuto da chissà dove dice: sono venuto sulla terra per far vedere i ciechi e i vedenti. E’ difficile riconoscere i segni, perché – ricordate – si guarda con gli occhi si vede con il cuore. La guarigione del cieco nato è data da una fede che parte dal cuore, solo allora si può vedere e guarire le ferite