La finalità prioritaria degli evangelisti, non è tanto offrire il resoconto biografico della vita di Gesù, ma piuttosto quella di annunciare la sua Pasqua di Passione, Morte e Resurrezione, poggiandola sulla base di alcuni fatti ed episodi, riletti appunto alla luce della Pasqua.

Nella sua impostazione redazionale Giovanni segue uno schema dove la successione cronologica è secondaria. Si procede per priorità: il Tempio, uno dei cardini dell’identità e della fede d’Israele, va purificato. C’è ormai una ritualità svuotata di significati, divenuta un mercato, dove vantare crediti e pretese nei confronti di Dio, dove l’osservanza pedissequa della Legge non coinvolge il cuore e la vita, resi aridi, incapaci di generare, di produrre frutto!

Lui sa ciò che c’è nel cuore dell’uomo. È il cuore stesso che va purificato, dall’osservanza sterile, dalla presunzione farisaica, dalla ricerca affannata del proprio utile, dalla brama di denaro, dalla convinzione, mai troppo nascosta, di poter monetizzare anche la grazia di Dio. I mercanti occupano legittimamente le loro postazioni, rendono un servizio previsto dalla Legge. Ma quando un cosiddetto servizio resta fine a se stesso, finisce per divenire ostacolo alla fede. Non è sbagliato gestire il denaro, tutti i beni materiali della creazione, sono “cosa buona”. Ma restringere l’orizzonte inaridisce il cuore, impedisce quegli slanci che spingono verso l’ulteriorità e permettono di trovarsi sulla soglia del mistero. Chi può dire di essere in grado di rendere al Signore tutto ciò che ha ricevuto? Chi può contenere l’immensità degli oceani nel palmo della propria mano? Chi può esser talmente infervorato da raggiungere la vetta della santa montagna? Per questo Francesco d’Assisi può ben dire di essere sempre e comunque debitore. Perché destinatario di un Amore più grande, immensamente più grande. Nella bottega di suo padre, tra lini finissimi e abbondanza di moneta, ha avvertito una sete d’infinito ben più grande degli interminabili viaggi d’affari di suo padre, aspirante nobile. Dopo il tempo della crisi, ha intravisto la sua strada. Ha scelto chi essere, non quando si è spogliato delle vesti, ma quando quando ha capito chi seguire. L’incontro con Madonna Povertà è la conseguenza del non essere schiavo delle cose.

È la libertà di cuore la premessa fondamentaledi un incontro più importante.

Per restare nella terminologia mercantile, non di un mercato si tratta, ma di un commercium, di uno scambio. Admirabile commercium è la formula che i padri della chiesa idearono per sintetizzare il cuore del messaggio cristiano, ovvero lo ‘scambio mirabile’ tra il divino e l’umano, per cui Dio assunse la natura umana, affinché l’essere umano potesse entrare nel mistero dell’Amore di Dio. È il Cristo stesso il punto d’incontro. Il Tempio ha ormai fatto il suo tempo. Alla sua comunità Giovanni ricorda che è il Corpo di Gesù, Agnello di un sacrificio nuovo, il Tempio della nuova Alleanza, luogo dell’incontro tra l’uomo e Dio non è un punto geografico, ma il corpo stesso del Cristo uomo-Dio. Più avanti Gesù, rispondendo alla Samaritana, dirà che occorre adorare il Padre in Spirito e Verità. La comunità fa memoria di questo incontro in modo che ogni uomo, di ogni tempo, in Oriente come in Occidente, sia commensale al banchetto di nozze dell’Agnello. È questo incontro che purifica il cuore, lo rende libero, lo dispone alla fede, a uno scambio impari, per cui, sia per i santi che per i peccatori, ciò che si riceve in dono è sempre più grande di quello che si riesce a dare. In questo dono di sé, ogni altra offerta è solo un segno e una figura e ogni moneta è irrimediabilmente fuori corso.

Da pochi giorni abbiamo festeggiato un anniversario: quarant’anni, un numero biblicamente significativo, tempo di una vita matura, tempo opportuno per le scelte. Riusciamo a sentire l’appartenenza al corpo di Cristo? Riusciamo a superare la stanca ritualità per cogliere la bellezza dell’incontro con il Signore ad ogni nuovo giorno? Ripetere è piuttosto semplice e sicuro, è andare per sentieri già battuti. Lasciarsi sollecitare dalla Parola del Cristo, dalle sue provocazioni, ci apre alla imprevedibilità di Dio. Allora sarà la vita a esprimere il canto della lode. L’anniversario più bello non è tanto rincorrere il passato, con la memoria, ma celebrare il Memoriale, dove siamo resi presenti e contemporanei all’unico sacrificio che genera salvezza e apre alla vita le porte dell’eternità. Dove essere pietre vive significa essere Chiesa custode del creato, impegnata a condividere l’impegno per la giustizia, il rispetto e la dignità, a organizzare la speranza, rendendola visibile attraverso gesti concreti. Una Chiesa attenta a scrutare i segni dei tempi, credibile perché parte dagli ultimi, assumendone la condizione e  vivendo la povertà per scelta, ma spingendo verso un orizzonte più ampio, perché continuamente sogna cieli e terre nuove.

Nel cuore è la sorgente di ogni desiderio. Ritrovare la purezza, perduta un giorno per correre dietro all’illusione di falsi miti, è possibile e ci restituisce la tenerezza dei piccoli, e giunge, infine, a varcare la soglia del Regno di Dio.

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