Ecclesia de Trinitate. Il modello ultimo della Chiesa è l’Amore che unisce la Trinità. Il termine è dovuto a una felice intuizione di Tertulliano, per esprimere l’unità della natura e la relazione tra le Persone divine. Al di là dei vari tentativi di esprimere la complessità di una riflessione che va oltre la capacità della nostra mente, ricordiamo, semplicemente facendo il segno della croce, che siamo consacrati a Dio nel battesimo. Che quella croce è l’abbraccio che ci sostiene nel momento in cui abbiamo bisogno di affidarci. Che il nostro impegno e la consapevolezza di essere parte integrante di una comunità non appiattisce le nostre diversità, in un unicum indefinito, ma ci arricchisce attraverso la convivialità delle differenze. Uguali e diversi, unici in quanto generati dall’Amore di Dio e dalla sua fantasia come opere d’arte, capolavori irripetibili. Con talenti e fragilità. Ciascuno nella stessa possibilità di tendere la mano, per offrire o chiedere aiuto, a seconda delle situazioni e dei periodi. Persone anche noi. Come Dio, il quale non è un’ entità filosoficamente intuita, ma persona, Emmanuel, Dio-con- noi.
Il Vangelo di Matteo lo presenta come una sorta di ritornello che ribadisce la sua fedeltà Emmanuel all’inizio, a Betlemme. Al centro del Vangelo, dove si parla della vita nella comunità, nell’assemblea in preghiera: dove due o più sono radunati nel mio nome io sono con loro. A conclusione del Vangelo, affidando una missione destinata a portare frutto nei giorni e nei secoli: Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Un amore fedele, fino in fondo e fino alla fine. E la Chiesa chiamata ad essere sacramento di questo Amore. Ecclesia de Trinitate.