Commento al Vangelo del 18 agosto 2024

Il pane che ha nutrito la folla è solo un segno, il mistero che significa è molto più grande. Sazia la fame di senso e di vita. Gesù nel dono del pane offre sé stesso, il suo corpo, il suo sangue, la sua vita. È il mistero che rimanda al sacrificio della croce e alla vittoria della vita sulla morte. Giovanni non racconta l’istituzione dell’Eucarestia nella cena pasquale, preferendo la narrazione della lavanda dei piedi, e richiama qui tutta la valenza teologica dell’Eucaristia. Ad essere chiamato in causa non è tanto il singolo credente, quanto tutto il popolo, l’intera comunità.
«Come può costui darci la sua carne da mangiare?» un’obiezione che riflette le stesse domande poste alle prime comunità riunite per il memoriale della nuova Pasqua, ancora una volta uno scandalo, nel senso di ostacolo alla fede. Le immagini veicolate dalla parola chiedono di essere scavalcate per entrare nella profondità del mistero: dall’accoglienza della persona reale di Gesù, dall’essere commensali con lui, deriva la possibilità di entrare in sintonia profonda di vita. Echi profondi di una catechesi che rimanda alla sua amicizia, all’amore esigente, alla vita offerta e ritrovata, per sempre.
Il pane, che nutre la nostra debolezza, il vino, che rallegra il cuore, sono i segni della vita di Gesù. Nella liturgia della cena siamo presenti anche noi, nell’unità, partecipi di un dono che percorre i secoli e introduce nell’eternità. L’Eucarestia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucarestia: l’espressione circolare coniata da Henri De Lubac, padre del Concilio Vaticano II, richiama l’unità profonda tra il segno del pane per la comunione e la comunione stessa tra figli della Chiesa, senza la quale le nostre celebrazioni non sono credibili.
In un mondo sollecitato da tante voci, da pseudopredicatori che offrono soluzioni facili e spesso superficiali a problemi profondi, il Cristo ci offre la possibilità di ascoltare la sua Parola, di accogliere il suo corpo e il suo sangue, di avere in noi la vita, immersi nel mistero della sua amicizia e fedeltà e della sua vita offerta per Amore. Solo illusione, un ulteriore fantasia? O forse la risposta più profonda al nostro desiderio di ulteriorità? Un’attesa d’infinito in cui è dolce naufragare, non per trovare la morte, ma per trovare la vita, semplicemente, davvero!

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