Commento al Vangelo del 1 settembre 2024

La liturgia, nel riprendere il racconto del vangelo di Marco, tratta il tema delicato della purezza. Riferimento è il sesto comandamento della Legge: non commettere atti impuri. Attorno ad esso si è sviluppata una serie di riflessioni e di conseguenti norme relative alla purità rituale, estesa a vari ambiti di vita. Il cibo è oggetto di distinzioni e con esso tutto ciò che riconduce alla sacralità della vita: le abluzioni e i riti propedeutici ai pasti, il contatto con alcune malattie ritenute impure (come la lebbra), il contatto coi cadaveri o con le tombe, il contatto con il sangue, ritenuto sede della vita stessa e perciò anche gli atti sessuali e il parto. Un campo esteso, in cui la sottolineatura sulla purezza può essere una qualità esterna e quindi verificabile. Apparenza, amore di ciò che c’è intorno, più che di ciò che c’è dentro.
Gesù, invece rimette l’accento non tanto sull’ampiezza, quanto sulla profondità del comandamento di Dio. Contesta l’osservanza meticolosa e maniacale dei dettagli, l’attenzione ai cavilli, a ciò che appare e non al significato e alla sostanza della legge di Dio. Un moralismo facile, per sentirsi “puliti” fuori e quindi autorizzati a giudicare, osservanti di norme che non coinvolgono appieno, senza le implicanze del cuore e l’imbarazzo della coscienza. Ancora una volta la linea sottile che demarca il sacro e il profano viene risolta e superata alla stregua di uno scambio commerciale. Gesù svela l’incongruenza e l’ipocrisia di certi ragionamenti e richiama il valore esigente dell’essere puri, puliti sì, ma di cuore. Perché è un cuore sporcato dal male che è impuro e rende impuri. C’è un ampio elenco, che si riferisce concretamente a propositi di male, che ne diffondono le trame, rovinando le relazioni e la vita, offendendo la dignità delle persone e Dio stesso che è la sorgente dell’amore e della vita. La purezza di cuore si può riacquistare nella grazia del perdono. Chi ha un cuore pulito ha anche uno sguardo profondo, in grado di vedere Dio, dove Egli decide di manifestarsi.

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