Diario del pellegrinaggio, 11 luglio 2024
Cala il silenzio del riposo su questa giornata intensa. Mentre il tempo scorre come il treno sui binari, di giorno e di notte.
Tutto è iniziato molto presto, più o meno all’alba, tra una valigia che si chiude e lo stato d’animo trepidante: da una parte la voglia di tentare una nuova esperienza, tra incontri e speranze, ricerca di fede e sete di acqua viva ed anche il sottile rammarico di ogni partenza, di chi lascia il confort di casa propria per andare incontro a un viaggio che è metafora della vita.
Eccoci qui: 23 persone, dalla nostra Comunità parrocchiale, insieme ai pellegrini volontari e ammalati di tutta la Puglia, sul treno bianco dell’UNITALSI. Ad essere più precisi vale la pena di riprenderne lo slogan: treni bianchi… e non solo.
Da tempo ormai Antonio Quarta e Laura Bisconti hanno intrapreso questo percorso spirituale, invitando tanti altri ad unirsi in questa esperienza, bella e faticosa, impegnativa e significativa.
«Che si venga qui in processione» il tema-guida, che riprende una delle esortazioni della Bella Signora a Bernadette, ai piedi della grotta di Massabielle.
Dietro i volti incontrati e salutati nelle varie stazioni da Lecce e poi su, per tutta la Puglia, ci sono storie che si incrociano, lacrime e croci difficili da raccontare, ma mossi dal desiderio di lasciare ogni invocazione ai piedi della grotta.
Una serie di messaggi ad amici e famiglie per rassicurarli sul procedere del viaggio e poi si comincia già a creare il clima che ci vedrà uniti in questi giorni, come un unico corpo, come un miracolo di incontri e di esperienze che con linguaggi diversi esprimono l’unico bisogno di vita, di pace, di salute, di serenità.
Mentre ferve il lavoro degli incaricati alla preparazione e distribuzione degli alimenti, qualcuno cerca il ristoro di un caffè e una piccola piastra completa di piccola moka bastano a improvvisare un momento di ritrovo e annesse risate.
Tanta la preparazione necessaria per un viaggio così lungo, tante le responsabilità e i dettagli da mettere in conto per l’équipe della Sezione Pugliese, capitanata dal presidente Enzo Nigro. I momenti di preghiera scandiscono la giornata, guidati dalla voce di don Mimmo Minafra, assistente della Sezione. La messa presieduta dal Vescovo di Brindisi, Mons: Giovanni Intini è concelebrata dai sacerdoti presenti.
Con queste parole Grazia esprime le sue attese: «Dopo una notte insonne, ci siamo avventurati ad affrontare un viaggio lungo e faticoso ma con tanto entusiasmo e voglia di arrivare al Santuario della Madonna di Lourdes e vivere quelle emozioni che ho già provato, ma che sicuramente rivivrò con uno stato d’animo diverso, per tutte vicissitudini che ho vissuto quest’anno e che ho superato nel migliore dei modi. Mi auguro di iniziare questo pellegrinaggio con serenità e con una pace interiore, che rispecchia il luogo di culto che andremo a visitare».
Dopo cena, Esposizione Eucaristica e Adorazione. L’Adorazione prosegue, in forma personale, per tutta la notte. In fondo, anche voi siete tutti qui. Nel cuore, nessuna voce manca.
Diario del pellegrinaggio
12 luglio 2024
Un pellegrinaggio, anche in andata, ha senso solo come ritorno. Non è una questione geografica, ma di coordinate di fede. Concludiamo l’andata, come ritorno al Signore. In fondo è questo l’essenziale del messaggio di Lourdes. La giornata inizia in terra francese, ma il viaggio è ancora lungo. È prevista la possibilità delle confessioni e, nel frattempo, la via Crucis in treno guidata dai diaconi.
La giornata va avanti in serenità, diversi incontri servono a definire il quadro organizzativo entro cui vivere tre giorni di spiritualità autentica, e in cui è necessario coordinarsi per gestire al meglio tempi e momenti. Affiora un po’ di stanchezza, ma è tutto già messo in conto, nel bagaglio di questa esperienza aperta alla meraviglia dell’incontro tra noi e con la Vergine.
Scorre il paesaggio della costa francese e della campagna. Colori e suggestioni simili a quelle che ci siamo lasciati alle spalle, se non fosse per i segnali in lingua differente e per… i cellulari che ci ricordano di modificare le impostazioni per la connessione di rete oltreché di anteporre il prefisso internazionale per continuare a comunicare con le famiglie rimaste a casa.
Ritorno a Dio, semplicità e prudenza sono le coordinate offerte dalla Parola di Dio nella messa e condivise dal Vescovo don Giovanni Intini, che le inserisce nel contesto del pellegrinaggio.
Un treno che arriva in orario fa notizia, e il nostro treno, nonostante qualche inevitabile contrattempo, arriva in orario in stazione, mentre il sole ultima il tramonto su Lourdes. Ci sono le lacrime di Andrea, il più giovane del nostro gruppo a rappresentare l’emozione di tanti, di chi al tempo stesso sa di trovarsi ad un punto d’arrivo e di partenza, in un’esperienza che si prevede intensa nei tempi e soprattutto nelle occasioni, per vivere in pienezza un’esperienza profonda.
Mentre saliamo sui pullman che ci portano nei rispettivi alloggi qualcuno può solo immaginare quanto ci circonda: «Di giorno, sarebbe stata un’altra cosa…». Ma forse, a pensarci bene, il silenzio e il buio che avvolge la terra, con l’eccezione di fari e insegne luminose, non è anch’esso un segno? Entriamo fisicamente nella cittadina di Lourdes… ma in fondo ci prepariamo a entrare in un mistero, aiutati dal silenzio e dal digiuno degli occhi, per poter contemplare più a pieno quella luce in cui saremo avvolti ed accolti. Ed è già domani!
Diario del pellegrinaggio
13 luglio 2024
Sorge un nuovo giorno sul paese dei Pirenei, scelto da Maria. È tempo di incontri, con i pellegrini giunti in aereo qualche ora prima del treno e con i pellegrini della sezione marchigiana, accompagnati dal vescovo di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, Mons. Giampiero Palmieri, presente anche il Vescovo di Fermo, Mons. Rocco Pennacchio, Assistente Nazionale.
Divisi per gruppi contraddistinti da colori diversi, partecipiamo a un momento di preghiera, caratterizzato da un cammino a tappe con momenti di riflessione in linea con il tema dell’anno pastorale: “Si venga qui in processione”. Sottolineature importanti e significative a partire dal Battesimo, quindi dalla vocazione e responsabilità nell’essere Chiesa, che si nutre alla mensa dell’Eucarestia. Il momento ha una conclusione comunitaria e successivamente un’altra conclusione, personale davanti alla Grotta: ciascuno scrive sull’ultima pagina del libretto una intenzione personale (e sono tante…). Al termine della mattinata il momento di apertura ufficiale del pellegrinaggio, sotto la Basilica di S. Pio X, ci fa respirare la bellezza di essere unica Chiesa, proveniente da luoghi diversi delle Marche e delle Puglie, accomunati dalle stesse attese e speranze, da fatiche e sofferenze, certo diversificate eppure simili tra loro, non importa il numero, ricorda Mons. Palmieri, siamo Uno, siamo Chiesa, nel suo mistero di sofferenza e di grazia, di dono e di impegno.
Nel pomeriggio prima tappa del percorso chiamato “I passi di Bernardette”, l’itinerario che tocca i luoghi più significativi della vita di Bernadette. Prima tappa al Mulino di Boly, la casa natale e dell’infanzia vissuta nella serenità della vita famigliare. Poi appuntamento alla Grotta per vivere e pregare il rosario, trasmesso su TV2000. Tante volte abbiamo pregato da spettatori, oggi siamo presenti e ci uniamo anche noi alla preghiera semplice, umile, che si leva, tante voci e tanti volti per una invocazione corale di Pace. Il passaggio successivo, a toccare le pareti della roccia, quasi a rendersi ancor più partecipi di momenti unici. Dopo cena, la Concelebrazione della Messa ci vede uniti attorno all’altare. È il momento in cui celebrare e festeggiare le ricorrenze e gli anniversari di matrimonio di alcune coppie tra i presenti. Poi la celebrazione cede il passo, ancora una volta, alla preghiera personale, davanti alla Grotta, nel rinnovarsi di un incontro desiderato e atteso.
Scende la sera, mentre una leggera brezza accarezza i volti. I fuochi d’artificio annunciano che domani, in tutta la Francia, sarà festa nazionale.
Diario del pellegrinaggio
14 luglio 2024
È domenica, il giorno del Signore. La giornata comincia presto, colazione alle 07:00. Poi ci prepariamo per la Messa Internazionale. Volti e colori, bandiere e stendardi, provenienze e accenti diversi. Tante persone, circa settemila, ciascuno col suo desiderio di grazia nel cuore, ciascuno accomunato davanti allo stesso altare, nella Basilica di San Pio X, caratteristica per la sua architettura che richiama la forma di una barca rovesciata. Nella diversità delle lingue si rinnova in questo spicchio di mondo il miracolo della Pentecoste. Gente irlandese, francese, spagnola, fisionomie differenti e differenti colori della pelle, raccontano la bellezza di ognuno e la fantasia di Dio. Ci sono Africani e Asiatici, ed anche una comunità cattolica indiana. Ciascuno sente parlare nella propria lingua. Lo stesso annuncio che risuona in ogni parrocchia. Presiede un vescovo francese, concelebrano altri sei vescovi con un nutrito gruppo di oltre cento sacerdoti, di varie provenienze. Un insieme di colori e di esperienze in cui intravedere la bellezza della Chiesa missionaria, aperta ad ogni uomo e donna.
Dopo la messa c’è ancora il tempo di una visita alla grotta o alle piscine, oppure la possibilità di visitare uno dei numerosi negozi di souvenir. C’è sempre una persona a cui pensare e un pensiero da portare, come un segno. Per questo l’Unitalsi Pugliese ha realizzato un pregevole oggetto: rappresenta la Fede, la Speranza e l’Amore, chi vuole potrà acquistarlo per farne dono a sua volta.
L’appuntamento del pomeriggio ha gli stessi echi e riflessi internazionali del mattino. Si tratta della processione eucaristica che inizia sull’altare del podio, nei pressi della Cappella di Santa Bernadette e vede sfilare in un lungo corteo gli stendardi, i risciò con gli ammalati, i volontari e i pellegrini. Ancora una volta un canto multilingue raccoglie ed esprime la preghiera dei presenti, invocazioni diverse che si uniscono in un unico canto, come avviene per le nostre strade nella processione del Corpus Domini. La centralità dell’Eucarestia nella vita di Santa Bernadette è un fatto costante. Costante è l’appuntamento quotidiano con la processione a cui segue l’Adorazione Eucaristica nella Basilica di San Pio X, dove il silenzio è denso di preghiera. La Benedizione Eucaristica del Vescovo Mons. Pennacchio si fa vicina agli ammalati e alla loro sofferenza, scende come unguento prezioso sulle ferite che ciascuno si porta dentro.
Dopo cena il programma del pellegrinaggio prevede una catechesi-testimonianza, uno scambio di esperienze di fede. Quando la sera è ormai inoltrata è sempre la grotta a chiamare chi vuol concludere la giornata con un pensiero a Maria, per chi porta nel cuore, per chi è a casa. Qualcuno passa ancora a toccare la roccia umida divenuta liscia sotto le mani di tanti pellegrini. Qualcuno sui banchi prega un silenzioso rosario. Alcuni giovani seduti per terra a gambe incrociate, altri inginocchiati nel silenzio, forse affidano il loro futuro e la loro vita a Maria, alla ricerca di quel filo rosso da seguire per comprendere il progetto di Dio e il senso di una vita offerta per amore, nella povertà. Quando gli addetti annunciano la chiusura dei cancelli, non riescono a interrompere questo silenzioso e significativo dialogo.
Diario del pellegrinaggio
15 luglio 2024
La giornata ricomincia davanti alla Grotta per le due Sezioni: Pugliese e Marchigiana, presiede il Vescovo Mons. Rocco Pennacchio, concelebra Mons. Giovanni Intini, insieme a tutti i sacerdoti presenti dalle due regioni. Dalle letture e dalla riflessione del Vescovo, veniamo ricondotti alla necessità di una fede autentica, che non si fermi all’apparenza e di un. Amore che sappia porre in Gesù Cristo la priorità.
Passaggio successivo per la foto di rito davanti al Santuario poi, suddivisi per gruppi, saliamo sul monte a rivivere insieme le tappe della Via Crucis. Anche qui tra la fatica per la salita, le stazioni con le loro figure imponenti e le riflessioni, siamo ricondotti al mistero della sofferenza, via scelta dal Figlio di Dio e al mistero di un Amore più grande. A conclusione uno spazio di tempo da gestire personalmente, per un altro passaggio alla Grotta o per abbeverarsi alle fontane o per prendere “Acqua di Lourdes” da portare con sé o donare a qualcuno.
Nel pomeriggio alcuni gruppi completano “I passi di Bernadette” con la visita al “Cachot” l’abitazione o meglio la piccolissima stanza ricavata da una prigione dismessa poiché malsana, in cui viveva Bernadette con la sua famiglia, ridotta ad una povertà ancor più estrema. Da qui è partita l’11febbraio 1858, giorno della prima apparizione della Bella Signora. Visita successiva alla piazza e alla Parrocchia del Sacro Cuore di Lourdes (che sostituisce la chiesa parrocchiale di San Pietro, andata distrutta in un incendio). A completare le tappe lo stabile (inaccessibile) in cui sorgeva la casa canonica, dove Bernadette si recò per farsi portavoce al parroco del messaggio della Signora. Il Parroco, dapprima scettico e diffidente, non comprendendo i messaggi delle apparizioni. Si era poi reso conto della verità dei fatti e della impossibilità che il tutto fosse frutto dell’immaginazione di una adolescente ascoltando dalla sua voce il nome della Bella Signora: «Io sono l’Immacolata Concezione». Ultima tappa l’Ospizio, il luogo in cui operavano le Suore della Carità di Nevers, per l’assistenza di poveri e malati. Qui Bernadette, quattordicenne, dopo le apparizioni, ha ricevuto la Prima Comunione e ha maturato la propria vocazione nella stessa congregazione di suore.
Sempre seguendo i passi di Bernadette un altro gruppo si è recato a Bartrès dove, per contribuire al mantenimento della famiglia, Bernadette fu affidata a una famiglia di amici, impiegata nella sorveglianza e pascolo delle greggi e come cameriera presso la loro taverna, prima di tornare a Lourdes.
Dopo cena partecipazione preghiera del Rosario in varie lingue durante la processione “aux flambeaux” con le fiaccole che illuminano la sera, mentre i canti e la meditazione dei misteri illuminano la preghiera costituita anch’essa di volti e colori, in questo spazio di incontri, dove tra tanta diversità di persone e di nazionalità, si sperimenta la bellezza di ogni essere umano. Pensieri e strade diverse che conducono qui, a invocare la Pace, come una benedizione, attraverso le lingue e le parole diverse che la esprimono.
Per noi è anche un momento di congedo, e non può mancare un altro passaggio alla grotta, dove non servono le parole, perché restano racchiuse in un silenzioso dialogo con la Vergine.
Diario del pellegrinaggio
16 luglio 2024
Si parte presto. La sveglia precede l’alba. C’è giusto il tempo di un saluto tra le persone incontrate in questi giorni, alcune prenderanno l’aereo verso la Puglia, o verso le Marche. Il nostro pellegrinaggio prosegue sul treno. Ogni partenza racchiude una quota di tristezza, una certa stanchezza, ma anche e soprattutto la voglia di custodire dentro la preziosità di certi momenti. Potremo raccontare e condividere. O anche continuare un dialogo e una preghiera che parli di vita.
Il giorno di oggi è anche quello dell’ultima apparizione a Bernadette, fuori dalla Grotta, di là dal fiume. Anche per noi è tempo di tornare. Per la strada abbiamo ancora il tempo di pensare e di pregare. Nel viaggio di ritorno porteremo con noi a casa i volti incontrati le esperienze, vissute. In treno celebriamo la messa alla Maria Vergine del Carmelo.
La tappa a Ventimiglia ci riporta in terra italiana, con una sosta necessaria tecnicamente e la possibilità di scendere dal treno per alcuni minuti, prima di ripartire.
Momento eucaristico: adorazione, processione tra i vagoni del treno e benedizione. Ci accompagna ancora il filo rosso della preghiera mentre scende la sera. Ritornano nel silenzio, mentre i più riposano, le parole di un canto: Ora che il giorno finisce Signore Ti voglio cantare parole d’amore. Voglio cantare la gente incontrata il tempo vissuto le cose che ho avuto: sorrisi di gioia parole scambiate le mani intrecciate nel gesto di pace; e dentro le cose, pensiero improvviso, la tua tenerezza, il tuo stesso sorriso.
Sì, in fondo in un pellegrinaggio non c’è un solo itinerario. Se anche ognuno raccontasse il suo certamente ricco di punti in comune, tuttavia non sarebbe identico. È bello pensare a un mosaico in cui si ritrovano in unità i colori e la diversità.
Diario del pellegrinaggio
17 luglio 2024
Viaggio di ritorno. In matematica potremmo definirla la parte discendente di una parabola, la conclusione di un’esperienza. Restando nella terminologia, la parabola evangelica è un racconto semplice che richiama una realtà più profonda, una metafora della vita, dicevamo all’inizio. È stata una bella esperienza, ma il pellegrinaggio continua… oltre i dieci giorni successivi, oltre l’entusiasmo del momento, per la necessità di tradurre nel quotidiano ciò che abbiamo visto e udito, per condividere un cammino che ci vede impegnati quotidianamente.
Mentre scorrono dai finestrini paesaggi sempre più familiari, di fatto è già il momento dei saluti. Don Mimmo Minafra, dopo aver guidato un momento di preghiera del mattino, percorre i vagoni del treno per salutare personalmente tutti i partecipanti del pellegrinaggio. I responsabili e le responsabili di vettura continuano in un paziente lavoro per lavare i corridoi e gli spazi, e lasciare le vetture pulite. Si conclude così al meglio un’esperienza che ha visto coinvolte più persone per la riuscita di questo pellegrinaggio, in questi giorni così particolari e intensi