Commento al Vangelo del 8 dicembre 2024 – Immacolata Concezione e seconda di Avvento

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Lc 1,26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Il sogno di un amore che risana le ferite

Si festeggia la concezione immacolata di Maria, ma il Vangelo ci presenta il concepimento di Gesù, attraverso l’annuncio dell’angelo. L’evangelista Luca, seguendo la sua cultura ellenista, così racconta la vocazione di Maria e il suo “Sì” al progetto di Dio. La cultura ebraica, invece, utilizza la categoria del sogno, come momento di incontro e di dialogo tra l’uomo e Dio. Avverrà così per Giuseppe, che riceve lo stesso annuncio tramite le parole di Matteo. Nell’album dal titolo La buona novella, il cantautore Fabrizio De André, ispirandosi ad alcuni testi apocrifi, presenta in modo sublime l’annunciazione come Il sogno di Maria. Ma, a ben vedere, il concepimento immacolato di Maria è pensato da Dio in funzione della nascita del suo Figlio. Ecco: Maria è pensata da Dio come colei che permetterà al Figlio di Dio di entrare nella storia dell’umanità per condividerla in tutto, eccetto il peccato. Il peccato stavolta non può frapporsi ad ostacolo. C’è un sogno di Dio, per ricomporre la ferita delle origini, un sogno che vede accolta, in modo inclusivo, tutta l’umanità per essere “santi e immacolati nell’amore… a lode e gloria della sua grazia”. La potenza di Dio, però, si ferma di fronte alla libertà di una adolescente della terra di Galilea, Maria. Davanti a lei, che tutte le generazioni cantano beata e bellissima, intercorre un istante, il tempo di un fiato, di un fiat, quando, secondo una interpretazione dei Padri della Chiesa tutta la creazione rimane col fiato sospeso. Non temere, bellissima fanciulla fidanzata di Giuseppe, discendente di Davide. Quando Dio chiama all’impossibile manda il suo Spirito a precedere l’iniziativa umana e il Figlio che nascerà, a sua volta figlio di Davide. Redimerà le ferite della colpa antica, e il mistero del male cederà il passo a un amore più grande, tanto da sembrare impossibile. Come trasformerà il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue, così porterà a compimento ogni speranza di bene per tutti i figli di Dio. Un amore più grande di ogni merito, perché nessuno possa vantarsene, più grande di ogni peccato perché nessuno arrivi ad abbattersi. Chiede soltanto la responsabilità di un “Sì”. La risposta ad una chiamata che porterà da Nazareth fino a Elisabetta, in Giudea, e poi a Bethlem.  E ancora da Nazareth e dalla Galilea alla Giudea, a Gerusalemme, fino ai confini del mondo. Fino a me. Fino a te. Interpellati anche noi in prima persona, per il sogno di Pace di Dio. “Eccomi… la tua Parola trasforma e realizza… e il sogno di Dio diviene progetto di vita. Di una vita compiuta in pienezza. Parole svanite in un sogno, ma impresse nel ventre. Comincia l’Alleanza Nuova: dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

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